Michael Morpurgo è un affermato autore di oltre un centinaio di libri per
ragazzi che sono stati tradotti in tutto il mondo e hanno vinto numerosi premi. Nel 2003 è stato insignito del titolo di Children’s Laureate, ambasciatore
ufficiale della letteratura per ragazzi in Gran Bretagna. Il suo fortunato romanzo intitolato “War
horse” è diventato uno spettacolo teatrale di enorme successo, in
scena a Londra e a Broadway e ha conquistato Steven Spielberg, che ne ha fatto
un film.
Nel 2009 Morpurgo lesse un articolo su un cane
antibomba premiato per aver salvato la vita ad alcuni soldati inglesi. Fu
proprio questo articolo ad ispirare le vicende di Aman, di sua madre e della
cagnolina Ombra (il libro nella sua
versione originale inglese si intitola “Shadow”)
protagonisti del romanzo che in Italia è stato tradotto con il titolo “Verso casa”.
Michael Morpurgo Verso casa 2013, Piemme |
La storia è ambientata tra l’Inghilterra e l'Afghanistan ed è raccontata da tre dei protagonisti:
Matt, suo nonno ed Aman che si alternano nel narrare in prima persona la vicenda. Aman è un ragazzo afgano che vive a Manchester
da ormai sei anni. E’ perfettamente integrato, gioca a calcio, frequenta una
scuola inglese e ha come migliore amico un coetaneo di nome Matt. Un giorno
Aman viene arrestato insieme alla madre e recluso nel centro di raccolta e
detenzione per immigrati in attesa di essere rimpatriato poiché la loro richiesta
di asilo politico non è stata accettata. Matt, che non vuole rinunciare
all’amicizia che lo lega ad Aman, convince il nonno, un ex giornalista, a far
visita ai prigionieri e a farsi raccontare la loro storia. Il racconto che Aman
fa al nonno di Matt ripercorre il travagliato viaggio di fuga dall’Afghanistan
e dalla situazione di estrema povertà e guerra causata dai talebani. A guidare
Aman e la madre nel lungo viaggio verso la libertà c'è Ombra, una cagnolina
addestrata a fiutare gli ordigni esplosivi, fuggita durante un’imboscata al suo
plotone inglese e data per dispersa. Quando Aman la trova è debole, affamata,
ferita. Il ragazzino si prende cura di lei
e Ombra lo ripagherà non lasciandolo mai solo. Difenderà lui e la madre,
accompagnandoli come un’ombra (da qui il nome) fino a una nuova vita in un
nuovo Paese. Ma ora che Aman e la madre stanno per essere rimpatriati tutte le
fatiche e le sofferenze subite per conquistare una vita migliore sembrano
essere state inutili e le probabilità che Matt e il nonno riescano ad aiutarli
sono veramente scarse a causa di una legge e una burocrazia troppo rigide,
miopi e prive di umanità..
“Abbiamo provato a …raccontare com’era la vita
per noi in Afghanistan, come ci trattava la polizia, e dei Talebani che sono
dappertutto…Il fatto è che non ci ascoltano. Pensano soltanto a trovare una
ragione qualsiasi per liberarsi di noi..”
Il romanzo di Morpurgo è scritto in modo scorrevole e offre
parecchi spunti interessanti da approfondire e su cui soffermarsi a riflettere:
i legami familiari, il potere dell’amicizia,
la guerra, le difficoltà, la povertà e la sofferenza date da situazioni
estreme e violente, il dramma delle famiglie in cerca di asilo politico, il
coraggio e la capacità di resistere ad avversità inimmaginabili come ad esempio
la tortura o la reclusione coatta, il viaggio, la paura, l’emarginazione, la
piaga dei centri di detenzione ed espulsione e non da ultimo l’ottusità di chi
obbedisce solo a rigide leggi concepite senza considerare l’aspetto umano…
Lo spunto più interessante della storia sta, a mio avviso, proprio in quest’ultimo aspetto ovvero nell’importanza di conservare sempre “l’umanità” in qualsiasi situazione, non venendo mai meno a quei rapporti di amicizia, rispetto e amore che non sono solo essenziali a sopravvivere in contesti ostili e difficili ma che rendono la vita degna di essere vissuta. Matt non smette un attimo di lottare per Aman e questo non per qualche interesse materiale o personale ma semplicemente perché spinto da un puro sentimento di amicizia. Forse non è un caso che nel racconto sia un ragazzino e non un adulto a credere fortemente e a battersi per questo ideale.
Lo spunto più interessante della storia sta, a mio avviso, proprio in quest’ultimo aspetto ovvero nell’importanza di conservare sempre “l’umanità” in qualsiasi situazione, non venendo mai meno a quei rapporti di amicizia, rispetto e amore che non sono solo essenziali a sopravvivere in contesti ostili e difficili ma che rendono la vita degna di essere vissuta. Matt non smette un attimo di lottare per Aman e questo non per qualche interesse materiale o personale ma semplicemente perché spinto da un puro sentimento di amicizia. Forse non è un caso che nel racconto sia un ragazzino e non un adulto a credere fortemente e a battersi per questo ideale.
Amicizia, amore, rispetto noi li chiamiamo ideali ma forse
non ci rendiamo conto che sono in realtà principi fondamentali da tener sempre
presenti perché ci consentono di mantenere la nostra caratteristica peculiare
che è “l’umanità” senza la quale finiamo
per essere solo dei freddi e insipidi automi.
Per poter conservare la necessaria sensibilità verso l’altro sarebbe utile avere un atteggiamento di disponibilità a conoscere quanto più possibile della persona che ci troviamo di fronte poiché ogni persona è un mondo nascosto e spesso inimmaginabile. Da questo punto di vista molto interessanti sono i due film/documentari che lo stesso autore cita alla fine del libro e che l’hanno ispirato nella descrizione della parte afghana della storia:
Per poter conservare la necessaria sensibilità verso l’altro sarebbe utile avere un atteggiamento di disponibilità a conoscere quanto più possibile della persona che ci troviamo di fronte poiché ogni persona è un mondo nascosto e spesso inimmaginabile. Da questo punto di vista molto interessanti sono i due film/documentari che lo stesso autore cita alla fine del libro e che l’hanno ispirato nella descrizione della parte afghana della storia:
“The boy who plays on the Buddhas of
Bamiyan” diretto da Phil
Grabsky che, attraverso la storia di un ragazzino di
nove anni e dei suoi amici e vicini che vivono nelle grotte accanto ai Buddha
di Bamiyan distrutti, descrive lo stato in cui molte persone sono state
costrette a vivere a causa dei talebani .
e “ In this world” di Michael Winterbottom (in italiano “Cose di questo mondo”) dove attraverso l’esperienza di Jamal e
Enayatullah, vengono documentate le inumane condizioni a cui sono sottoposte le
persone che intraprendono il viaggio della speranza. Una esperienza non troppo distante da quella
vissuta da migliaia di profughi ed emigranti in cerca di una vita migliore.
Un caro saluto a tutti
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