"Viviamo in un’epoca in cui si
è titolati a vivere solo se perfetti. Ogni insufficienza, ogni debolezza, ogni
fragilità sembra bandita. Ma c’è un altro modo per mettersi in salvo, ed è
costruire, come te, Giacomo, un’altra terra, fecondissima, la terra di coloro
che sanno essere fragili".
Non avendolo ancora letto trascrivo qui sotto un estratto della presentazione che lo stesso autore fa del suo libro:
" Si può
imparare il faticoso mestiere di vivere giorno per giorno senza soccombere a
sconfitte, fallimenti, sofferenze, anzi trasformando questi ultimi in
ingredienti indispensabili a nutrire l’esistenza? Si può imparare il faticoso
mestiere di vivere in modo da farne addirittura un’arte della gioia
quotidiana?
Sono domande
comuni, domande che non hanno risposte semplici - perché semplice la vita non lo
è mai - ma che, come una bussola, se non le tacitiamo possono orientare la
nostra esistenza. Leopardi, spesso frettolosamente liquidato come pessimista e
sfortunato fu invece un giovane uomo affamato di vita e di infinito, fu un
cacciatore di bellezza, intesa come pienezza che si mostra nelle cose di tutti
i giorni a chi sa coglierne gli indizi, e cercò di darle spazio con le sue parole,
per rendere feconda e felice una vita costellata di imperfezioni . A guidarlo
fu una passione assoluta, diventata la sua ragione di vita: la poesia . E noi
? Qual è la passione in
grado di farci sentire vivi in ogni fase della nostra esistenza? Quale bellezza
vogliamo manifestare nel mondo, per poter dire alla fine: nulla è andato sprecato?"
Scrive
ancora D’Avenia: “Leggere ciò che un altro uomo ha scritto è entrare in
relazione epistolare con lui: lui ci scrive, noi, a distanza di migliaia di
ore, rispondiamo. La poesia è un messaggio in bottiglia, che vive della
speranza di un dialogo differito nel tempo. Questo è stata per me, adolescente
naufrago nella sua stanza, la poesia di Leopardi. Leopardi mi ha insegnato ad accostarmi alle età della vita con parole
precise, rendendole così reali e abitabili, e mi ha aiutato a trovare gli
strumenti dell’arte del vivere quotidiano in ogni tappa dell’esistenza,
identificando il fine per cui esiste e la passione felice che deve
attraversarla e guidarla”.
Sono venuta a conoscenza dell’esistenza di
Alessandro D’Avenia grazie al passaparola: scrittore, sceneggiatore ma anche e
soprattutto insegnante di lettere, latino e greco in un liceo di Milano.
Guardando su youtube i vari video che lo riguardano, ho notato una costante: è
seguito da moltissimi adolescenti (e non solo). La riflessione che mi è sorta
spontanea è la seguente: “Perché questo professore attira così tanti ragazzi?"
Nelle sue conferenze o interviste parla spesso di Dante, Omero, Leopardi, Dostoevskij
…autori che nell’accezione comune sono ritenuti spesso noiosi, lontani … che
cosa allora suscita tanto interesse? Perché i ragazzi sono disposti a fare ore
e ore di fila anche solo per avere da lui un semplice autografo? L’arte di
essere fragili è anche un racconto teatrale che D’Avenia sta portando in giro
per l’Italia; lo spettacolo è gratuito e c’è la possibilità di prenotare on
line i biglietti che però vanno letteralmente a ruba… Perché?
Una possibile risposta in questo video:
Una possibile risposta in questo video:
“ La letteratura prima che fare interrogazioni serve a fare interrogativi. E a vivere meglio “. Alessandro D'Avenia