Buongiorno
a tutti gli affezionati!!
8
marzo: Festa della Donna…mi chiedo: è ancora necessaria? Siamo nell’era
duemila, è ancora necessario sottolineare l’uguaglianza tra uomo e donna?
Confesso
che tutte le volte che sento contrapporre le donne agli uomini provo una sorta
di fastidio.
E
mi domando, perché ci ostiniamo a parlare di uomini e donne e non parliamo
invece di persone?
Persone,
semplicemente… due occhi, una bocca, due braccia, due gambe…
Il
colore della pelle, il sesso, la religione dovrebbero essere solo dettagli
insignificanti di fronte all’Essere Umano…essere umano appartenente alla razza
umana, quindi ad uno stesso gruppo..
“Una
faza, una raza..”
diceva
il prete ortodosso nel bellissimo film di Salvatores “Mediterraneo”.
Perché
allora è ancora necessaria una Festa della Donna?
Francine. Burundi. Africa centrale.
Francine
resta vedova a 20 anni e per tradizione è costretta a sposare il fratello del
marito che la stupra ripetutamente. Resta incinta e malgrado le continue
violenze partorisce.
Una
bambina.
“Non sei una vera madre sennò avresti avuto un maschio”…sono le parole del
marito
Le
violenze da parte del marito continuano e Francine rimane nuovamente incinta.
Una
notte si sveglia in preda a un dolore fortissimo: sono colpi di machete con i
quali il marito le ha amputato entrambe le braccia.
Il
motivo: la paura che Francine partorisca un’altra femmina..
In
un primo momento il marito è stato dichiarato non colpevole per infermità
mentale. E’ stato solo grazie alle proteste delle associazioni umanitarie che i
giudici sono stati costretti a rivedere il verdetto…
Saira. Pakistan.20 anni.
Promessa
sposa a Irfan rifiuta di avere con lui rapporti sessuali prima del matrimonio.
Il fidanzato, stanco dei suoi rifiuti, un giorno compra al mercato una
bottiglia di acido solforico che le getta sul viso. Naso, bocca e occhi di
Saira riportano gravissime ustioni di terzo grado.
Saira
rimane in ospedale due anni in preda a indicibili sofferenze e sono necessari
tredici lunghi interventi per farla tornare a respirare, parlare e vedere.
Oggi
22enne lavora in un centro di bellezza a Lahore. A volto scoperto, per lottare
contro l’indifferenza del suo Paese.
E
come Saira anche Urooj (a destra nella foto sotto).
Giovane
e bella, il marito sospetta che “guardi altri uomini” ma Urooj non ha nè tempo
nè occasioni poiché passa le sue giornate chiusa in casa ad occuparsi delle
faccende domestiche. Una notte il marito da fuoco al letto dove dorme. Urooj si
ustiona sul viso e sul resto del corpo ma sono necessarie due ore di estenuanti
negoziazioni perché la famiglia del marito dia il permesso ai parenti della
ragazza per portarla in ospedale.
Passano
quattro anni e 16 operazioni . Urooj è salva ma sono necessarie altre
operazioni.
Non
è finita qui. Urooj non ha più potuto rivedere la sua bambina perchè è stata
affidata al padre. Non lo ha denunciato per paura di poter perdere per sempre
la speranza di rivedere sua figlia che ora ha 5 anni.
Riffat. 17 anni.
La
madre rimasta vedova la promette in sposa. Ma il cugino Babar le ha messo gli
occhi addosso e dopo un vano tentativo di convincere la madre di Riffat a
cambiare idea promettendola a lui e non ad un altro, con quattro amici si
arrampica fino alla terrazza della casa dove dorme la ragazza e le cosparge di
acido viso e corpo.
La
famiglia del ragazzo ha trovato un testimone che lo scagionerà garantendogli
l’impunità.
Riffat
ancora oggi rifiuta di guardarsi allo specchio e sostiene che la sua vita è
ormai finita.
Aisha. Uruzgan. Afghanistan. 18 anni.
Ad
Aisha sono stati amputati naso e orecchie per decisione di un leader tribale
dei talebani. Mutilata per aver lasciato il marito violento e sposato per
forza: mentre il cognato la teneva ferma, il marito va giù di coltello: prima
le orecchie e poi il naso.
Medine. 16 anni. Kahta . Anatolia Sud Orientale. Turchia.
L’ultima
cosa che ha visto sono stati suo padre e suo nonno che la tumulavano in
giardino. Viva.
A
emergere per prima è stata una mano, le unghie distrutte nel tentativo di
aprirsi un varco nel cemento. Mani e piedi legati, terra fin dentro i polmoni e
nello stomaco. La sua colpa? Avere avuto un ragazzo. Avere un ragazzo a Kahta
non è consentito.
Il
delitto ha suscitato scalpore per la modalità – pare - inedita da quelle
parti.. ”qui si uccidono le ragazze ma non così, non con questi metodi
disumani..le si fucila, le si impicca, le si avvelena, ma no, no, no, non si
seppelliscono vive…”
Non
sono riuscita a trovare una foto che la ricordasse, solo l’immagine della buca
in cui è stata trovata.
Potrei
continuare all’infinito …
Ma
concludo dicendo che è per tutte le Francine, Saira, Urooj, Riffat, Aisha,
Medine che la Festa della Donna oggi è ancora necessaria.
Però
mi chiedo “Perché tutta questa violenza contro la donna?”
Anni
fa sul supplemento “Il Venerdì” di Repubblica è apparso un articolo che parlava
dell’infibulazione e di tutte quelle pratiche spesso mutilanti che vengono
praticate alle donne. L’autore dell’articolo avanzava un’ipotesi sul perché vengono
praticate. Sosteneva che è un modo per costringere la donna a pensare a se
stessa e non al mondo che la circonda. Quando una persona soffre non ha le
forze per rivolgersi all’esterno e concentra tutta la sua energia verso il
proprio dolore.
Ma
perché questa necessità?
Perché
ad un certo punto l’uomo ha sentito la necessità di prevaricare sulla donna a
tal punto da creare pratiche orribili pur di tenerla sotto controllo? Che
cos’ha quest’essere che tanto spaventa l’uomo? (o meglio alcuni uomini..).. E’
veramente qualcosa di così spaventoso?
Perché
ad oggi si continua ad insistere sulle differenze tra uomo e donna cercando di
alimentare la competizione e non si cerca invece di favorire la collaborazione?
Certo
uomo e donna sono senza dubbio diversi ma se questa diversità fosse solo una
faccia della stessa medaglia?
Se
l’essere diversi fosse necessario per essere complementari, per esempio? La
diversità vista nell’ottica della complementarietà…
E
se fosse proprio grazie a questa loro diversità che l’uomo e la donna hanno
bisogno l’uno dell’altra per completarsi e realizzarsi?
E
se fosse proprio l’unione dell’uomo con la donna la vera strada verso la
felicità?
A
chi potrebbe dare fastidio tutto questo e perché?
Shirin Neshat Untitle 1996
Un
caro saluto a tutti
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