giovedì 8 marzo 2012

8 MARZO


Buongiorno a tutti gli affezionati!!

8 marzo: Festa della Donna…mi chiedo: è ancora necessaria? Siamo nell’era duemila, è ancora necessario sottolineare l’uguaglianza tra uomo e donna?

Confesso che tutte le volte che sento contrapporre le donne agli uomini provo una sorta di fastidio.
E mi domando, perché ci ostiniamo a parlare di uomini e donne e non parliamo invece di persone?
Persone, semplicemente… due occhi, una bocca, due braccia, due gambe…
Il colore della pelle, il sesso, la religione dovrebbero essere solo dettagli insignificanti di fronte all’Essere Umano…essere umano appartenente alla razza umana, quindi ad uno stesso gruppo..

Una faza, una raza..”

diceva il prete ortodosso nel bellissimo film di Salvatores “Mediterraneo”.

Perché allora è ancora necessaria una Festa della Donna?


Francine. Burundi. Africa centrale.
Francine resta vedova a 20 anni e per tradizione è costretta a sposare il fratello del marito che la stupra ripetutamente. Resta incinta e malgrado le continue violenze partorisce.
Una bambina.
“Non sei una vera madre sennò avresti avuto un maschio…sono le parole del marito
Le violenze da parte del marito continuano e Francine rimane nuovamente incinta.


Una notte si sveglia in preda a un dolore fortissimo: sono colpi di machete con i quali il marito le ha amputato entrambe le braccia.
Il motivo: la paura che Francine partorisca un’altra femmina..
In un primo momento il marito è stato dichiarato non colpevole per infermità mentale. E’ stato solo grazie alle proteste delle associazioni umanitarie che i giudici sono stati costretti a rivedere il verdetto…


Saira. Pakistan.20 anni.
Promessa sposa a Irfan rifiuta di avere con lui rapporti sessuali prima del matrimonio. Il fidanzato, stanco dei suoi rifiuti, un giorno compra al mercato una bottiglia di acido solforico che le getta sul viso. Naso, bocca e occhi di Saira riportano gravissime ustioni di terzo grado.
Saira rimane in ospedale due anni in preda a indicibili sofferenze e sono necessari tredici lunghi interventi per farla tornare a respirare, parlare e vedere.
Oggi 22enne lavora in un centro di bellezza a Lahore. A volto scoperto, per lottare contro l’indifferenza del suo Paese.



E come Saira anche Urooj (a destra nella foto sotto).
Giovane e bella, il marito sospetta che “guardi altri uomini” ma Urooj non ha nè tempo nè occasioni poiché passa le sue giornate chiusa in casa ad occuparsi delle faccende domestiche. Una notte il marito da fuoco al letto dove dorme. Urooj si ustiona sul viso e sul resto del corpo ma sono necessarie due ore di estenuanti negoziazioni perché la famiglia del marito dia il permesso ai parenti della ragazza per portarla in ospedale.
Passano quattro anni e 16 operazioni . Urooj è salva ma sono necessarie altre operazioni.
Non è finita qui. Urooj non ha più potuto rivedere la sua bambina perchè è stata affidata al padre. Non lo ha denunciato per paura di poter perdere per sempre la speranza di rivedere sua figlia che ora ha 5 anni.


 
Riffat. 17 anni.
La madre rimasta vedova la promette in sposa. Ma il cugino Babar le ha messo gli occhi addosso e dopo un vano tentativo di convincere la madre di Riffat a cambiare idea promettendola a lui e non ad un altro, con quattro amici si arrampica fino alla terrazza della casa dove dorme la ragazza e le cosparge di acido viso e corpo.
La famiglia del ragazzo ha trovato un testimone che lo scagionerà garantendogli l’impunità.
Riffat ancora oggi rifiuta di guardarsi allo specchio e sostiene che la sua vita è ormai finita.



Aisha. Uruzgan. Afghanistan. 18 anni.
Ad Aisha sono stati amputati naso e orecchie per decisione di un leader tribale dei talebani. Mutilata per aver lasciato il marito violento e sposato per forza: mentre il cognato la teneva ferma, il marito va giù di coltello: prima le orecchie e poi il naso.



 
Medine. 16 anni. Kahta . Anatolia Sud Orientale. Turchia.
L’ultima cosa che ha visto sono stati suo padre e suo nonno che la tumulavano in giardino. Viva.
A emergere per prima è stata una mano, le unghie distrutte nel tentativo di aprirsi un varco nel cemento. Mani e piedi legati, terra fin dentro i polmoni e nello stomaco. La sua colpa? Avere avuto un ragazzo. Avere un ragazzo a Kahta non è consentito.
Il delitto ha suscitato scalpore per la modalità – pare - inedita da quelle parti.. qui si uccidono le ragazze ma non così, non con questi metodi disumani..le si fucila, le si impicca, le si avvelena, ma no, no, no, non si seppelliscono vive…”
Non sono riuscita a trovare una foto che la ricordasse, solo l’immagine della buca in cui è stata trovata.


Potrei continuare all’infinito …





 
Ma concludo dicendo che è per tutte le Francine, Saira, Urooj, Riffat, Aisha, Medine che la Festa della Donna oggi è ancora necessaria.

Però mi chiedo “Perché tutta questa violenza contro la donna?”
Anni fa sul supplemento “Il Venerdì” di Repubblica è apparso un articolo che parlava dell’infibulazione e di tutte quelle pratiche spesso mutilanti che vengono praticate alle donne. L’autore dell’articolo avanzava un’ipotesi sul perché vengono praticate. Sosteneva che è un modo per costringere la donna a pensare a se stessa e non al mondo che la circonda. Quando una persona soffre non ha le forze per rivolgersi all’esterno e concentra tutta la sua energia verso il proprio dolore.

Ma perché questa necessità?
Perché ad un certo punto l’uomo ha sentito la necessità di prevaricare sulla donna a tal punto da creare pratiche orribili pur di tenerla sotto controllo? Che cos’ha quest’essere che tanto spaventa l’uomo? (o meglio alcuni uomini..).. E’ veramente qualcosa di così spaventoso?
Perché ad oggi si continua ad insistere sulle differenze tra uomo e donna cercando di alimentare la competizione e non si cerca invece di favorire la collaborazione?
Certo uomo e donna sono senza dubbio diversi ma se questa diversità fosse solo una faccia della stessa medaglia?
Se l’essere diversi fosse necessario per essere complementari, per esempio? La diversità vista nell’ottica della complementarietà…
E se fosse proprio grazie a questa loro diversità che l’uomo e la donna hanno bisogno l’uno dell’altra per completarsi e realizzarsi?
E se fosse proprio l’unione dell’uomo con la donna la vera strada verso la felicità?
A chi potrebbe dare fastidio tutto questo e perché?

 
Shirin Neshat Untitle 1996



Un caro saluto a tutti



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